Come gli Zoo hanno salvato specie in via di estinzione
Gli zoo o giardini zoologici sono luoghi dove degli animali esotici vengono esposti al pubblico con funzioni educative e didattiche, sono centri di ricerca scientifica e sono luoghi con un’importante valenza nel progetto di garantire la conservazione della natura e delle specie in via di estinzione, con progetti di riproduzione e ripopolamento.
Con la speranza di fare riflettere sulle conseguenze dell’assecondare chi vorrebbe vietare gli zoo (per esempio le associazioni animaliste), chi sostiene che sono luoghi di prigionia, chi vorrebbe vietare la ricerca e la didattica con gli animali, vorrei proporre un elenco (in aggiornamento) delle specie che non sarebbero più qui, se gli zoo non ci fossero stati.
Furetto dai Piedi Neri
Il furetto dai piedi neri o puzzola americana, detto anche “cacciatore di cani della prateria” (Mustela nigripes) è un mustelide originario delle regioni centrali del Nord America, si credeva estinto nel 1979 a causa della riduzione dei cani della prateria e del cimurro canino. Fortunatamente una piccola popolazione – che stava riducendosi numericamente – era stata trovata in Wyoming nel 1981 e sono stati catturati degli esemplari, impiegati in programmi di riproduzione e reintroduzione, in particolare nello Zoo di Cheyenne Mountain, e numerosi altri altri zoo, sotto l’egida del Servizio Pesca e Fauna Selvatica degli Stati Uniti. Attualmente si contano più di 1000 esemplari in natura e vengono condotte vaccinazioni contro il cimurro con la distribuzione di esche contenenti il vaccino con l’ausilio dei droni.
Volpe volante di Rodrigues
La volpe volante di Rodrigues o pipistrello della frutta (Pteropus rodricensis) è una specie endemica nell’isola di Rodrigues, nell’Oceano Indiano. Il numero si è ridotto sensibilmente principalmente per la perdita di habitat e perchè cacciati per scopi alimentari da parte dell’uomo. Nel 1970 ne rimanevano solo un centinaio di esemplari ed era a rischio di estinzione imminente. La Durrell Wildlife Conservation Trust è riuscita a prelevare e riprodurre in cattività degli esemplari, inoltre l’Organizzazione per la Conservazione dei Pipistrelli sta finanziando progetti di conservazione internazionale nei quali sono coinvolti molti zoo che detengono alcuni esemplari di questa specie.
Nel 2016, grazie a questi sforzi e alla ristorazione ambientale si contano ben 20 mila esemplari nell’isola.
Insetto Stecco dell’Isola di Lord Howe
L’insetto stecco dell’Isola di Lord Howe chiamato anche “aragosta degli alberi”, Dryococelus australis, era un insetto di grandi dimensioni molto diffuso nell’isola omonima a circa 600 km dalle coste australiane. Era considerato ormai estinto dall’inizio del secolo scorso, a causa dell’introduzione involontaria del ratto nero, siccome una nave infestata si era arenata sull’isola. Nel 2001, un gruppo di entomologi aveva rinvenuto una trentina di esemplari sotto un unico arbusto, sulla Ball’s Pyramid, un piccolo scoglio distante 20 km dall’isola principale. Fu così che alcuni esemplari sono stati portati alla zoo di Melbourne, e dopo alcune iniziali difficoltà, sono stati in grado di far riprodurre gli insetti, che verranno reintrodotti nell’isola, una volta debellati i ratti invasivi.
Rospo dello spruzzo di Kihansi
Il rospo dello spruzzo di Kihansi (Nectophrynoides asperginis), era un anfibio che abitava un microclima particolarissimo ai piedi delle cascate della gola del Kihansi, nei Monti Udzungwa, in Tanzania.
Nel 2009 era dichiarato completamente estinto principalmente a causa della perdita dell’habitat conseguente alla creazione della diga di Kihansi per una centrale idroelettrica.
Tuttavia già nel 2000 numerosi esemplari sono stati portati i diversi zoo, compreso quello del Bronx a New York e hanno cominciato con successo i programmi di riproduzione e successivamente nel 2012 reintroduzione in natura. Ai piedi della diga con discreto successo dei biologi hanno ricreato il microclima necessario per la sopravvivenza di queste rane uniche al mondo.
Ara spix
L’Ara spinx o ara azzurra minore (Cyanopsitta spixii) è un uccello estremamente raro originario di alcune zone dello stato brasiliano di Bahia, estinto in natura dal 2004.
Nidificando solo sugli alberi di Caraibera, la deforestazione e catture illegali ha contribuito all’estinzione.
Allo scopo di salvare questa specie l’istituto brasiliano dell’ambiente e delle risorse rinnovabili ha istituito una serie di progetti per la riproduzione in cattività e reintroduzione in natura e degli esemplari sono stati avvistati nel 2016 vicino a Curaçá, una piccola cittadina in Brasile.
Bisonte Europeo
Il bisonte europeo (Bison bonasus) è il più grande animale selvatico terrestre rimasto in Europa; completamente scomparso in natura, ma grazie a programmi di riproduzione (iniziati nel 1923) e ripopolamento (iniziati nel 1951) operati dagli zoo è stato reintrodotto in natura. La popolazione più numerosa si trova attualmente nella ella Foresta di Białowieża, antica foresta vergine situata lungo il confine tra la Bielorussia e la Polonia.
Orice Araba
L’orice araba (Oryx leucoryx) è una specie di antilope che un tempo abitava le steppe e i deserti dell’Arabia. Quest’animale si è estinto in natura a causa di una caccia senza criterio. Fortunatamente grazie ai programmi di conservazione dello Zoo di Phoenix e altri, è stata reintrodotta in natura e non rischia più l’estinzione.
Pony della Mongolia
Il pony della Mongolia, o Cavallo di Przewalskii (Equus ferus przewalskii), è il parente più prossimo del cavallo domestico. Proveniva dalle praterie dell’Asia centrale e verso la fine degli anni Sessanta era completamente estinto in natura a causa della caccia dovuta a quelle che si credevano erroneamente essere proprietà curative della sua saliva.
Grazie alla Fondazione per la Preservazione e la Protezione del Cavallo Prewaslki, ci furono scambi di esemplari tra diversi zoo per evitare l’accoppiamento tra consanguinei e l’animale venne reintrodotto in Mongolia, in quello che diventò il Parco Nazionale Hustai.
Condor della California
Il condor della California (Gymnogyps californianus) è uno degli uccelli che vivono più a lungo in natura, raggiungendo persino 50 anni di età ed era considerato un simbolo di immortalità dalle tribù dei nativi americani. Un tempo occupava la zona costiera pacifica del Nord America dal Canada al Messico, riducendosi a causa della caccia e uccisione deliberata degli animali da parte degli esploratori bianchi d’America per distruggere il simbolo dei nativi americani e successivamente bracconaggio e avvelenamento da piombo per l’ingestione di pallottole che trovavano nelle carcasse della selvaggina ferita e non recuperata dai cacciatori. In natura erano rimasti solo 27 esemplari che per ordine el Governo sono stati affidati al San Diego Wild Animal Park dello Zoo di Los Angeles, al Peregrine Fund di Boise, Idhao e lo zoo dell’Oregon. Grazie ai programmi di riproduzione artificiale e ai piani di reintroduzione e al divieto di utilizzare munizioni in piombo in tutti gli areali frequentati del Condor, è possibile ammirare questi maestosi uccelli nei cieli della California.
Amazzone di Portorico
L’Amazzone di Portorico (Amazona vittata) è un uccello della famiglia degli Psittacidi, è un pappagallo in grandissimo pericolo di estinzione: infatti nel 1992 erano censiti 23 soggetti in libertà e 58 in cattività, tutti concentrati in due soli parchi, uno a Portorico e l’altro negli Stati Uniti, nel Maryland.
Nel 1994, grazie a una serie di interventi in natura e a due fortunate stagioni riproduttive, il numero delle amazzoni in libertà ha raggiunto i 50 individui.
Rana di Corroboree
La rana di Corroboree (Pseudophryne corroboree) è piccola rana gialla e nera vive solo in una piccola area submontana dell’Australia ed è stata decimata a causa di un fungo parassita. Negli ultimi anni, lo zoo di Taronga, a Sydney, ha riprodotto in cattività una popolazione di queste rane, che è tornata a ripopolare le aree in natura libere da questo parassita. L’Australia ha assistito all’estinzione di ben sei specie di rane negli ultimi decenni. Grazie agli zoo, la rana di Corroboree non sarà una di queste.
Bongo
Il bongo (Tragelaphus eurycerus isaaci) è una specie di antilope che abita una regione remota del Kenya. Animale elusivo, è una delle specie di Mammiferi piú grande ad essere stata scoperta. A causa della perdita dell’habitat, la popolazione si è ridotta drasticamente, tanto che sono presenti più esemplari in cattività che in natura. Gli zoo stanno cooperando nel programma di riproduzione del Bongo, in modo da mantenere una popolazione che fungerà da ancora di salvataggio per la sopravvivenza di questa specie.
Succiamiele del reggente
il succiamiele del reggente (Anthochaera phrygia) è un’uccello originario del Australia sud orientale, che si nutre principalmente del nettare di una specie particolare di eucalipto. La deforestazione ha causato un declino molto rapido di questa specie, che ha visto un declino molto rapido nel corso degli ultimi decenni. Grazie ai piani di riproduzione e reintroduzione operati dagli zoo australiani e alle replanting iniziative, il futuro di questa specie sembra meno a rischio.
Rana dorata di Panama
La rana dorata di Panama (Atelopus zeteki) è una piccola rana molto velenosa, è in grado di secernere delle neurotossine
A rischio di estinzione a causa di un fungo parassita Batrachochytrium dendrobatidis (Bd). La rana dorata risulta estinta in natura dal 2007 sopravvive solo grazie al mirabile sforzo di progetti come Project Golden Frog e alla dedizione dei parchi nazionali.
Gli etologi dell’Acquario di Vancouver puntano al ripopolamento della specie e stanno allevando alcuni esemplari in cattività.
La tartaruga azzannatrice del fiume Bellinger
la tartaruga del fiume Bellinger (Myuchelys georgesi) è una specie unica, rinvenuta lungo fiume Bellinger, in Australia. Nel 2015, un virus ha decimato le tartarughe appena scoperte. Lo Zoo di Sidney ha prelevato 16 tartarughe sane ed ha cominciato un programma di riproduzione in cattività, nel 2017 si sono schiuse le prime uova, ha inoltre cooperato con le università per scoprire l’origine del virus e come combatterlo.
Grande scimmia Leonina
La grande scimmia leonina o leontocebo rosalia (Leontopithecus rosalia) è un primate originario del Brasile, a rischio di estinione a causa della perdida di habitat e del bracconaggio. All’inizio del 1980 gli sforzi importanti operati dalle organizzazioni per la conservazione e gli zoo del mondo si sono impegnati per riprodurli in cattività e reintrodurli in natura. Attualmente le nuove popolazioni sono state reintrodotte nella riserva biologica di Poço de Antas, nei pressi di Rio de Janeiro.
Leopardo dell’Amur
Il leopardo dell’Amur (Panthera pardus orientalis), noto anche come leopardo della Manciuria e leopardo dell’Estremo Oriente, è una sottospecie di leopardo originario delle zone montane della taiga e altre foreste temperate in Corea, Cina nord-orientale e della Russia orientale ed è uno dei più rari grandi felini esistenti. Come molte altre specie, erano vicino all’estinzione a causa della perdita di habitat. Attualmente un programma per la gestione della popolazione con la cooperazione degli zoo coinvolti nei breeding program europei (EEP) la popolazione sta ricominciando ad espandersi numericamente.
[in aggiornamento]